Oggi parliamo di un frutto unico nel suo genere, capace di sopportare lunghi periodi di siccità, il suo habitat principale è la roccia, per questo motivo fin dal 1500 fu piantato alle pendici dell’Etna per spaccare la lava, stiamo parlando della pianta del fico d’India.
Il fico che cresce nella zona del vulcano ed è coltivato e utilizzato in modi diversi, originario del Messico, fu scoperto dai primi esploratori nel 1400 ai Caraibi, grazie alla sua capacità di riproduzione può coprire in breve tempo ettari di terreno, le sue piante possono raggiungere i 5 metri d’altezza, l’Italia è uno dei principali esportatori mondiali, con la Sicilia che copre il 90% della produzione Italiana, famosi sono i fichi d’India dell’Etna DOP, denominazione origine controllata.
La coltivazione del fico d’India è ecocompatibile, non ha bisogno di concimazioni, potature e soprattutto irrigazioni, come abbiamo già detto cresce principalmente nella fenditure della roccia, non occorre il diserbo dalle piante infestanti è una pianta dalle caratteristiche uniche che crea fertilità al terreno ad altre piante come mandorlo, olivo e agrumi.
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La fioritura del fico d’india
Il periodo della fioritura è uno dei più belli, ettari di terra siciliana che si dipingono di giallo, l’impollinazione del frutto avviene quando è ancora chiuso il fiore, i semi sono già presenti all’interno e quando il fiore si apre l’impollinazione è già avvenuta, famoso è il miele di fico d’India che rimane molto delicato al palato.
Come si fa a capire quando il fico d’India è maturo?
La persona esperta guardando il colore capisce se il frutto è maturo, per il DOP si deve comunque seguire il disciplinare, il fico deve avere dei requisiti come il grado brix che deve superare il 13. Il fico a due momenti di maturazione, il primo fiore e il bastardone, nel primo caso viene tolto il fiore nel mese di maggio, l’operazione è chiamata scozzolatura, che porta ad una seconda fioritura denominata bastardone, i frutti in questo caso hanno una resa maggiore in quanto sono più grandi differentemente dal frutto colto ad agosto che rimane più piccolo e morbido e si utilizza principalmente per la produzione di mostarde, marmellate e mostaccioli, dolci caratteristici della tradizione siciliana.
Quali sono le caratteristiche del fico d’India?
Il fico d’India è ricco di potassio, magnesio e calcio, contiene la vitamina A e C in particolare il fico d’India giallo, il frutto è diviso principalmente in 3 varietà, la gialla, la bianca e la rossa, nell’immaginario collettivo si pensa che il colore sia il grado di maturazione, ma il colore cambia in base al tipo di fico prodotto, nel caso del bianco il gusto rimane più delicato, il giallo è il fico più diffuso e viene utilizzato principalmente per fare dolci, il rosso deve il suo colore ad un pigmento naturale, la betaina presente anche nelle barbabietole.
Come sbucciare il fico d’India?
Le nuove tecnologie oggi permettono la pulitura del fico in modo automatico, l’eliminazione di tutte le spine dal frutto avviene con un procedimento molto semplice, grazie a dei nastri trasportatori i fichi sono trasportati fino alle spazzole rotanti realizzate con setole molto morbide che riescono a togliere il 100% delle spine, nel passaggio successivo i fichi, vengono selezionati e divisi in base alla grandezza, i fichi più pregiati sono quelli di grandezza superiore che sono confezionati all’interno di contenitori denominati alveoli per poi essere spediti in tutti i mercati d’Italia, i fichi più piccoli sono utilizzati per la produzione di mostarde e marmellate.
Come deve essere conservato il fico d’India?
Differentemente dagli altri frutti è molto più resistente, l’importante è non ammaccare o creare delle ferite, perché essendo pieno d’acqua lo sviluppo di batteri può accelerare la decomposizione.
Quali sono i benefici del fico d’India?
Il fico d’India può essere definito salutistico sia la pianta che il frutto, l’infuso di fiori secchi può risolvere alcuni problemi per quanto riguarda la prostata, il frutto stesso può essere usato come diuretico data l’alta quantità di betaine, ma non solo diminuisce la ritenzione idrica, è energizzante per la presenza di taurina, anche in cosmesi trova il suo spazio con l’olio di semi di fico d’India che dona alla pelle morbidezza ed elasticità.
Per quanto riguarda le foglie denominate pale, al suo interno sono presenti delle sostanze cicatrizzanti chiamate polisaccaridi, in caso di ferite è possibile apporre la parte interna direttamente sulla ferita.
L’essiccazione dei fichi d’India
I fichi d’India possono essere anche essiccati, nella tradizione Siciliana ai tempi dei nostri nonni, grazie ad un ripiano fatto di canne chiamato musciaro, poggiato su una pietra lavica posta al sole, il frutto veniva sbucciato e tagliato in due parti per poi essere posizionato sulle cannucce, una volta essiccato era appeso in casa e consumato durante l’anno come un dolce, date le sue elevate concentrazione di zucchero naturale
La pianta del fico può essere usata anche in cucina?
Le foglie del fico sono commestibili, specialmente le foglie tenere, in Messico ci sono tantissime ricette come le frittelle di pale di fico d’India, ma vediamo come si preparano:
Le frittelle di pala di fico d’India
Sbattere un uovo, aggiungere della farina e acqua, la classica pastella, il composto deve essere abbastanza denso, tagliare le pale del fico a piccoli listelli con una larghezza di 1 cm e mezzo, immergeteli nella pastella e poi direttamente nel’olio caldo, una volta pronte asciughiamo l’olio in eccesso con carta assorbente, serviamole con un po’ di aceto balsamico e verdure selvatiche.